L’onorevole Occhionero è l’ultimo prodotto di un sistema politico marcio

Pasquale Di Bello*

Si discute, in queste ore, del passaggio dell’On. Giuseppina Occhionero da Leu a Italia Viva. Si grida, giustamente, allo scandalo. Facciamo però un passo indietro, per capire il perché di tanto sdegno. Il Partito Democratico, vale la pena di ricordare, nasce da una fusione a freddo tra gli eredi del Partito Comunista e quelli della Democrazia Cristiana. Una solenne idiozia, oltre che una buggeratura politica, poiché sostenuta da ragioni meramente elettoralistiche legate al sistema elettorale maggioritario. Il percorso vero, quello della alleanza tra le grandi masse popolari, battezzato “Compromesso storico”, aveva un senso laddove lo richiedevano il contesto internazionale (vedi Cile e derive golpiste) e quello interno (leggi alla voce Terrorismo), ovvero stati emergenziali a cui bisognava dare una risposta democratica di massa necessaria a sconfiggere le minoranze dei carrarmati e delle P38. Inoltre, il “Compromesso storico” reggeva su solidissime basi ideologiche, oltre che storiche, poiché faceva riferimento a dottrine politiche che ponevano proprio le grandi masse al centro del processo democratico. Quel percorso, cosa di primaria importanza, appoggiava sulle spalle di giganti politici: Enrico Berlinguer e Aldo Moro. È noto com’è andata a finire, con una sventagliata di mitra nel petto di Moro, sparata dalle canaglie brigatiste (coperte da potentissime centrali internazionali del potere e del terrore).

Bene, era mai pensabile che quello che non era riuscito a Berlinguer e Moro riuscisse decenni dopo a Ventroni e Prodi? E, soprattutto, poteva mai riuscire un’operazione che non aveva – ripeto – altra giustificazione che non fosse l’accrocchio elettorale maggioritario? Anche qui si è vista com’è andata a finire. Dal tragico siamo passati al ridicolo e dal ridicolo adesso al grottesco. Nel tentativo maldestro di rimettere il dentifricio nel tubetto dal quale era stato spremuto, gli ex comunisti (sic!) e gli ex democristiani (sic!) si sono trasformati tra capriole e mimetismi in mille altre cose: Leu, ad esempio, e Italia Viva, ad esempio. Sia chiaro, dei comunisti e dei democristiani questo popolo di mezze tacche non ha nulla, se non l’atto di nascita. Politicamente sono dei truffatori a cui preme un solo interesse: tenere la seggiola attaccata alle terga. Così scelgono, di volta in volta, quello che a loro giudizio è l’itinerario più funzionale ai propri interessi.

Quello che fa gridare e inorridire, nel caso specifico, è che la Occhionero il salto della quaglia lo abbia fatto passando dagli ex comunisti (si fa per dire) di Leu ai neo democristiani (anche qui si fa per dire) di Italia Viva. E questo con le solite risibili, ridicole e mistificatorie ragioni legate all’interesse del Paese o del Molise. Per carità! Fate tutto quello che credete per tenervi lo strapuntino attaccato ai quarti posteriori ma risparmiateci la mozione degli affetti. Le elezioni, tutte le elezioni da molti anni a questa parte, sono brogli legalizzati. L’elettore non sceglie un fico secco, poiché sono le segreterie di partito, le camarille, gli oligarchi, a determinare candidature e tecniche per ottenere l’elezione blindata di questo o di quello. In larghissima parte è così, salvo fare credere di volta in volta attraverso qualche miserrimo correttivo che sia l’elettore a scegliere stringendo una matita in mano. Per carità!

La Occhionero è solo l’ultima erede, l’ultima epigona, l’ultimo prodotto di un sistema che è ormai marcio da tempo e che riguarda tutti. La Occhionero, con la sua scelta, dimostra di stare alla sinistra come il Faemino sta al caffè vero. Fosse passata a Potere al Popolo, la sua scelta avrebbe assunto le vesti di un percorso coerente e nobile. Diversamente siamo alle solite farse e alle solite ciance delle quali è inutile scandalizzarsi.

*Giornalista