Larino, Consiglio Comunale al calor bianco sul sisma presentata la mozione di sfiducia per l’assessore Vitiello

MIMI

Un consiglio comunale quello di ieri (20 gennaio) al calor bianco come non se ne vedevano da anni. Un consiglio dal quale è emerso, in maniera prepotente e senz’appello l’approssimazione dell’amministrazione nella sua funzione. I fatti sono questi:

nell’ultimo consiglio comunale del 23 dicembre scorso, dopo diverse interpellanze sulla situazione del dopo sisma a Larino, l’opposizione ha trasformato le interrogazioni in mozioni, in maniera tale da poterne discutere in un consiglio comunale dedicato, appunto quello di ieri.

I dubbi, non solo dei consiglieri di opposizione, ma anche di questo sito, riguardano le pratiche dell’assessore Alice Vitiello, per un’abitazione al centro storico.

A prendere la parola per primo è stato il sindaco Puchetti, che nel suo intervento ha snoccialto i dati del dopo sisma, e ha sottolineato come in un momento di emergenza, come quello dopo un terremoto, degli errori si possono commettere, soprattutto quando in fase emergenziale nulla è chiaro e si avanza un po’ ogni giorno con ordinanze della Protezione Civile. Ed è proprio questo il punto cruciale, un’ordinanza in particolare che definisce i tempi e i modi sia per gli interventi di pronto ripristino, rivolti alle abitazioni che non hanno subito danni gravi e che con piccoli interventi (fino a 25 mila euro) possono essere sistemate cosi da permettere ai proprietari di rientrare. Ma per accedere a questo contributo bisogna avere un’ordinanza di sgombero, quindi lasciare temporaneamente l’abitazione ricevendo un Contributo per l’Autonoma Sistemazione (CAS) e poi procedere alla richiesta di finanziamento.

Il consigliere Vito Di Maria, capogruppo del Germoglio nel suo intervento ha da subito sottolineato come tutte le pratiche presentate al Comune sono prive di “istruttoria”, ovvero, quelle approvate e quindi ammesse a finanziamento, sono state autorizzate con decreto sindacale, a firma cioè del sindaco o del suo vice, “in questo caso – dice Di Maria – il decreto sindacale lo consideriamo come una istruttoria della pratica”. Non solo, sempre nel suo intervento il capogruppo del Germoglio ha più volte sottolineato come per accedere ai contributi, e stando a quanto la Protezione Civile ha messo nero su bianco, l’abitazione deve essere residenza principale e abituale della famiglia o del soggetto interessato, non basta il semplice certificato di residenza a determinarne questo status, in poche parole in casa devi abitarci e vivere per aver accesso al finanziamento, sia CAS che pronto ripristino. Per quanto riguarda l’assessore Vitiello, i dubbi sono proprio questi, ovvero, lei nella sua abitazione aveva solo la residenza non ci viveva, e questo è emerso anche da un altro documento che ha letto in aula il consigliere di Noi per Larino, Franco Rainone. “Per questi motivi – ha sottolineato Di Maria – la signora Vitiello non doveva presentare nemmeno la domanda, nel senso che quella non era la sua residenza abituale e continuativa, e di conseguenza non le toccava nemmeno il contributo ovviamente, e quindi per Di Maria non doveva nemmeno presentare la domanda”. Questo il motivo sul quale l’intera opposizione ha chiesto le dimissioni, o in subordine, il ritiro delle deleghe da parte del sindaco Puchetti.

Dal canto suo l’assessore Vitiello ha provato a difendersi, anche se la sua sembrava più un’arringa da Tribunale che un fatto politico. In sostanza l’assessore ha spiegato come si è trovata in questa situazione. Ha precisato come le domande per i due contributi sono state presentate molto tempo dopo il sisma, e “ho presentato la domanda per il CAS dopo un incontro pubblico al comune di Larino, alla presenza del responsabile regionale della protezione civile, l’ingegnere Giarrusso che mi ha detto che per accedere al contributo per il pronto ripristino c’era bisogno del CAS (perché con l’autonoma sistemazione significa stare fuori casa n.d.r.) preciso – ha continuato l’assessore Vitiello – che non ho incassato né il contributo per il pronto ripristino perché ritirato in autotutela dal Comune, né tanto meno l’autonoma sistemazione che infatti, sono ancora nelle casse del Comune. Sono stata fuorviata dalle informazioni attinte dal responsabile della Protezione Civile” cosi conclude Vitiello.

Ma allora qual è il problema? Semplice, sulla sua abitazione l’assessore Vitiello aveva presentato una SCIA nel 2015 per realizzare un B&B, dopo il sisma del 2018 fece fare un sopralluogo da un suo tecnico che definì i danni come conseguenza del sisma, nel frattempo l’opposizione in Comune e questo sito, riportavano, passo passo, le ordinanze che interessavano l’abitazione dell’assessore, attenzione, abbiamo riportato le ordinanze firmate del Comune in cui si concedeva un contributo per il pronto ripristino di poco meno di 35 mila euro, non abbiamo mai detto che l’assessore aveva o avrebbe incassato quei soldi, assolutamente no, abbiamo semplicemente riportato un documento ufficiale del comune di Larino pubblicato sul sito dell’ente, quindi senza “trafugarlo” da nessuna parte, per questo rimandiamo le offese all’assessore, e la invitiamo a denunciarci e a portare tutte, ma proprio tutte le carte in Tribunale.

La mazzata tra capo e collo per l’amministrazione però arriva verso la fine da Franco Rainone, il quale sventolando un documento della Protezione Civile mette KO l’amministrazione. Il documento riguarda un secondo sopralluogo effettuato direttamente dalla Protezione Civile, dopo che l’assessore aveva chiesto un parere sulla sua situazione, ebbene, in questo sopralluogo, ha letto Rainone, troviamo due tecnici della Protezione Civile e Andrea Vitiello, padre dell’assessore, perché è importante questo? Ora lo vediamo.

Questo secondo sopralluogo, anche in questo caso, mette nero su bianco due questioni fondamentali, la prima è che l’abitazione presentava gravi carenze igienico sanitarie, immagino che il bagno non sia funzionante per esempio, e secondo punto, i danni presenti nello stabile sono gli stessi del 2015, con qualche lesione in più, ma di poco conto. Questo significa, soprattutto per il primo punto, che l’assessore non poteva vivere in quella casa carente igienicamente, è ovvio. Poi un colpo di scena spiazza tutti, l’assessore Vitiello dichiara in aula di “non  aver mai ricevuto questo documento, non mi è stato notificato”, fatto strano perché l’avevano tutti, almeno quelli dell’opposizione lo avevano. E qui torniamo all’inizio, “come fa a non conoscere l’esito del sopralluogo – dichiara Rainone – se con i tecnici era presente suo padre?”. Una vera e propria bomba che fa sobbalzare tutti, ma più di tutte è andato su tutte le furie il consigliere Di Maria il quale ha dichiarato che “l’assessore ha mentito in consiglio comunale, e per questo deve dimettersi”. In conclusione, e dopo un consiglio a cardiopalma dove anche il Presidente Vesce ha avuto il suo da fare per calmare gli animi, l’opposizione nelle persone di Vito Di Maria, Franco Rainone, Pardo Mezzapelle e Graziella Vizzarri hanno presentato una mozione di sfiducia all’assessore Vitiello che si discuterà probabilmente e stando al regolamento comunale, passati dieci giorni dalla data di presentazione della mozione.

Ci sentiamo di concludere con le parole della consigliera Graziella Vizzarri “oggi abbiamo scritto una storia bruttissima del consiglio comunale – ha dichiarato Vizzarri – e la maggioranza ha letteralmente esposto alla gogna un suo componente perché opera con approssimazione e sufficienza”. Ecco facciamo nostre queste parole.