Larino, il Germoglio alla maggioranza “temporeggiare non serve”

Dopo l’ultimo Consiglio Comunale, in cui è stata presentata una mozione di sfiducia nei confronti dell’Assessore, il nostro gruppo ha preso la decisione di attendere in silenzio la data della prossima Assise, affidandosi alle dichiarazioni del Presidente Antonio Vesce che, come da verbale, diceva: “In base all’articolo 49 dell’attuale regolamento di Consiglio comunale, dobbiamo riunire il prossimo Consiglio comunale con questa mozione di sfiducia non prima di 10 giorni dal protocollo. Pertanto, non prima di dieci giorni, non dopo 365 giorni; saremo celeri nel presentare questo nuovo confronto in Consiglio comunale, dove ci sarà la votazione nominativa a scrutinio segreto della mozione presentata”. Poi, in un secondo passaggio, aggiungeva: “Se la maggioranza dovesse decidere di dare all’Assessore la possibilità di 10 giorni, 15 giorni, 20 giorni ulteriori, non stiamo parlando di un anno di tempo, quindi anche per un fatto di correttezza nei confronti della persona dobbiamo dire a tutti i cittadini che siamo persone corrette e non ci vogliamo sottrarre”.


Ora, il Presidente del Consiglio riveste un ruolo preminente durante le Assise: è l’elemento super partes garante di tutti i cittadini e nell’esercizio delle sue funzioni è tenuto ad osservare un comportamento neutrale a garanzia del corretto funzionamento dell’organo collegiale, per far sì che svolga il proprio ruolo nell’interesse della collettività, senza distinzione tra maggioranza e opposizione. Di norma, il Presidente convoca l’Assemblea consiliare, obbligatoria se richiesta; si tratta di un dovere cogente e non di un’ipotesi possibile.

Sono trascorsi 20 giorni e nessuna comunicazione è stata notificata in merito al prossimo Consiglio comunale. Al di là delle intenzioni o delle strategie da mettere in campo, sarebbe d’uopo rompere il silenzio e dare quanto meno qualche spiegazione. Lo si deve alla comunità, cui è stato promesso di non sottrarsi, applicando così la stessa correttezza usata nei confronti dell’Assessore. Del resto, gli atti parlano chiaro e attendere vuol dire solo peggiorare una situazione già di per sé delicata. Comprendiamo che le dimissioni di un membro della maggioranza siano difficili da pretendere o da mettere in atto, ma ormai il dado è tratto e dovrebbe prevalere il buon senso. Cosa si sta aspettando? Questo temporeggiare sta solo inasprendo gli animi, gettando ombre sull’intera Giunta. Ci appelliamo al Presidente: mantenga la parola data, riporti ordine e pretenda che venga presa una posizione, convochi il Consiglio! Si ricordi della neutralità, caro Presidente!

Il Germoglio