Autobus di linea senza sicurezza “manca tutto” la denuncia di Pasquale Giglio del sindacato Faisa Cisal

oznor

La scrivente O.S., a seguito delle segnalazioni del gruppo di lavoratori di Trivento, dipendenti della soc. ATM SpA, e fermo restando quanto già riportato nella lettera del 06/5/20 delle OO.SS. molisane, comunica la mancata conformità alle prescrizioni del DPCM 26/4/20, in materia di contenimento e prevenzione del
virus covid-19.
In particolare, le questioni riguardano:
La fornitura del kit di D.P.I., che risulta inidonea ed insufficiente:
una coppia di mascherine settimanale, inidonea quale D.P.I.;
Un solo dispenser di soluzione idroalcolica (Avirogel) da 100 ml da utilizzare per intero mese lavorativo;
o un pacco mensile contenente 100 guanti monouso da suddividere per otto autisti;
L’assenza di dispenser a bordo degli autobus. Solo ultimamente, con grave ritardo, si sta
provvedendo;
La mancata differenziazione delle porte di accesso per salita e discesa;
L’inosservanza dell’igienizzazione e pulizia giornaliera. Per quanto concerne la sanificazione, il DPCM (all.9) prevede che sia fatta in base alle esigenze delle singole realtà. In realtà, pur se i consorzi che raggruppano tutte le imprese del TPL molisano hanno comunicato alla regione.


E ancora, sanificazione con cadenza quindicinale, ci risulta che le uniche operazioni di sanificazioni risalgono al 19/3.
Con l’occasione segnala anche l’escamotage, ideato da alcune aziende, per organizzare la bigliettazione.
Nel premettere che il DPCM prevede l’incentivazione della vendita biglietti in maniera telematica, nonché l’installazione di apparati per la vendita self-service e che la vendita ed il controllo a bordo sono sospesi, qualche società ha adottato il sistema di far scendere l’autista o il bigliettaio dall’autobus a terra per emettere il biglietto.
Tale sistema, pur non espressamente vietato, non fa altro che aggirare la normativa e non elimina il rischio di contagio, in quanto espone gli agenti ad un contatto ravvicinato, pur non essendo in possesso di DPI validi (Dir. CE n.89/686). Infatti, la dotazione di mascherine chirurgiche non è rispondente ai requisiti di protezione da una malattia trasmissibile per via aerea, occorrono quelle classificate FFP2/3,
oltre ad altri DPI (guanti ed occhiali), come riportato nel protocollo del 14/3 (d’altronde basta avere a mente la postazione di un qualsiasi addetto alle vendite/sportello).
Le comunicazioni dei lavoratori fa supporre che si sia abbastanza lontani da uno standard accettabile ed adeguato alle necessità, anche perché tali situazioni sono probabilmente diffuse su tutto il territorio regionale. La mancata costituzione dei Comitati di Sicurezza Aziendali o Territoriali impedisce di avere un quadro più preciso ed anche laddove è stato costituito non ci risulta abbia registrato attività.
Considerando che la mancata adozione delle misure di cui al DPCM 26/4/20, oltre a comportare la possibile sospensione del servizio (art.2, c.6), implica anche dei rischi in materia di salute e sicurezza del lavoro, chiede l’intervento necessario per assicurare il rispetto delle norme citate.