Che la sanità molisana versa ormai da anni in una situazione al limite dell’umana sopportazione non è un mistero per nessuno, e non è un mistero nemmeno la mala gestione di tutta la macchina sanitaria, tale da determinare situazioni pericolose per operatori e pazienti. L’ultima “novità” riguarda il sistema del 118, ridotto all’osso, dove non si aumentano le postazioni mobili (ambulanze) e quelle che ci sono devono fare tutto. L’ultima invenzione degli scienziati della sanità molisana è che le ambulanze del 118 devono essere utilizzate anche per i trasferimenti dei pazienti covid 19 da Termoli, l’unico ospedale del basso Molise e privo dei reparti dedicati alla cura del Virus, al Cardarelli di Campobasso.
Colpisce soprattutto che gli operatori del 118 l’hanno scoperto per caso e da soli, senza nessuna comunicazione, purtroppo il “mago Florenzo” ancora riesce ad affinare le tecniche di comunicazione mentale, ma tant’è.
Quindi, stando ai documenti in nostro possesso, se al San Timoteo un paziente ricoverato in qualsiasi reparto, risulta positivo al Covid 19, oppure presenta sintomi risalenti a un probabile contagio, l’ambulanza del 118 presente in quel momento, deve farsi carico del paziente e trasportarlo al Cardarelli dove ci sono i reparti per la cura del Covid. Questa operazione, a conti fatti, ha una durata di almeno tre ore tra vestizione del personale, che in questo caso abbiamo visto non essere cosa da poco conto, trasporto, “consegna” del paziente ai sanitari del Cardarelli, rientro a Termoli e successivamente sanificazione dell’ambulanza e preparazione ad altre emergenze. Tre ore dunque, in cui se succede qualcosa sul territorio devono intervenire da Montenero, Larino o Santa Croce se disponibili, o il primo che è disponibile, e non vogliamo nemmeno immaginare se, magari, l’emergenza è molto grave e c’è bisogno di mezzi e personale. Non solo, pensiamo anche alle emergenze cosi dette “tempo dipendenti”, se un’ambulanza deve soccorrere un infartuato a Portocannone, per esempio, e quella di Termoli in quel momento sta effettuando un trasferimento, quanto tempo ci vorrà prima che la prima ambulanza disponibile arrivi sul posto?
La questione si potrebbe risolvere subito e senza colpo ferire, aumentando i mezzi, o in alternativa, siglare una convenzione con delle associazioni di volontariato che fatto questo tipo di servizio. Sguarnire un territorio dell’unica postazione 118 attrezzata per le urgenza, per effettuare i trasferimenti è da folli, solo chi non conosce la sanità può arrivare a tanto, e purtroppo chi oggi (s)dirige la sanità molisana non la conosce. Insomma si è passati da “118 Molise” a “118 Molise Trasporti” complimenti. Probabilmente questa potrebbe essere materia di intervento di una qualsiasi Procura della Repubblica molisana, almeno per ristabilire il concetto di emergenza e non emergenza.