ED
Dall’inizio della diffusione del virus Covid-19 le Case di riposo ed in generale le residenze per anziani ed i reparti ospedalieri ad essi dedicati, sono purtroppo divenuti protagonisti in negativo per quanto attinente al contagio del virus stesso e – purtroppo – al numero elevato di decessi. Per fortuna, oppure è meglio dire per merito di chi ha gestito la situazione, la Casa di riposo di Larino è rimasta immune da problemi di ogni tipo. Proprio mentre cercavamo di approfondire la questione, esaminando la vita all’interno della Casa durante il periodo della pandemia, ci siamo accorti che qualcosa stava cambiando. La Casa di riposo a Larino è sempre stata considerata un piccolo centro di potere, dove poter sistemare al lavoro l’amico, il parente o il conoscente, senza i tanti cavilli burocratici delle assunzioni. Bastava indirizzare verso le cooperative che gestivano i servizi, e anche a rischio di diminuire le ore di lavoro di altri dipendenti qualche lavoretto usciva fuori. Debiti accumulati, vertenze in arrivo, problemi strutturali e di gestione, insomma negli anni ci sono sempre stati alti e bassi. Da un po’ di tempo, diciamo una decina d’anni, si era affrontata più di petto la questione, mettendo in regola finalmente la parte burocratica ed affrontando seriamente la questione dipendenti della Casa e rapporti con la Ditta esterna. Grandi battaglie, un Presidente motivato, qualcosa nel tempo stava cambiando. Ci fu un tentativo maldestro un paio di anni fa per far rientrare la politica dalla finestra, ma come sempre “la furia francese e la ritirata spagnola” dei sottomessi di turno lasciò un vuoto generale, con errori madornali in relazione a rapporti con i dipendenti, normative mai rispettate e cose del genere. Gli errori di solito fanno fare esperienza, ma non in questo caso. Nuovo giro di nomine con l’attuale Amministrazione, cinque amministratori nominati dalla maggioranza e due dalla minoranza, presidenza affidata a Giuliano Maglieri, un giovane ingegnere larinese compreso nei nominati dalla maggioranza. Per motivi personali arriva in breve tempo la rinuncia alla presidenza, e si vota scegliendo il nuovo Presidente, indicata in Claudia Fiore. Tutto risolto, si comincia a lavorare. Cambia finalmente il rapporto con la Ditta dei servizi interni, i fornitori gradiscono il sistema di gestione, i dipendenti ricevono lo stipendio con regolarità, in una parola cambia il clima all’interno, si comincia ad avere personale motivato, si fanno progetti per lo sviluppo futuro, si pensa al benessere degli anziani ricoverati. Arriva purtroppo il covid-19 e le strutture per anziani sono a rischio elevatissimo. La Presidente decide di blindare la struttura, arrivando a chiedere l’intervento dei Carabinieri per tutelare l’isolamento degli anziani quando messo a rischio da possibili visite non autorizzate. Si forma il personale, si distribuiscono i dispositivi di protezione e quelli anti-contagio, la struttura resiste e nessuno si contagia tra anziani e personale, anche quando va in scena quella tragica questione della R.S.A. e degli anziani ricoverati da fuori comune. In altri posti hanno premiato personale e responsabili per la gestione oculata dei centri ospedalieri e di ricovero, qui a Larino accade l’incredibile. Viene convocato il Consiglio di Amministrazione della Casa di Riposo “Morrone” di Larino e si indicono elezioni per nominare un nuovo Presidente. Non perché sia scaduto il mandato, non perché sia successo qualcosa, non perché siano cambiati i componenti del Consiglio di Amministrazione, ma perché…..il perché ufficialmente nessuno lo sa, tutti dicono di non sapere nulla ma poi qualcuno a mezza bocca riferisce di “pressioni”. Non dice da parte di chi, ma fatto sta che si fissa il giorno per le elezioni. Il personale dipendente, appena a conoscenza della questione, addirittura interviene con una lettera a sostegno dell’attuale assetto, ribadendo la sintonia con la presente gestione ed augurando un ripensamento. Niente da fare. Ieri sera il Consiglio di Amministrazione si riunisce al completo (tutti presenti, anche i soliti assenti) e si vota. Ma non tutti sono disposti ad avvallare una cosa simile, mettendo la faccia in una questione così strana. Il Consigliere Pasquale Gioia si dimette prima della votazione, e a noi sembra emblematico di una tensione personale per una scelta che non appartiene. I Consiglieri Giuliano Maglieri, Gaetano Ricci, Anna Maria Marra e Eduardo Stinziani indicano nello Stinziani il nuovo Presidente, Claudia Fiore e Michele Della Loggia indicano in Della Loggia il vice Presidente. Perché si è resa necessaria questa rotazione? Nessuno ha dato spiegazioni, nessuno dice di sapere nulla. Ed allora, come sempre, abbiamo cominciato a porci delle domande. La prima è se l’attuale Amministrazione, essendo Presidente una persona indicata dalla minoranza, abbia deciso di mettere in moto i propri incaricati affinchè il Presidente fosse emanazione della maggioranza.
Se così fosse, viene spontaneo osservare che non si vuole far funzionare la struttura, ma soltanto controllarla. Infatti se tutti riconoscevano alla Fiore una capacità gestionale, perché sostituirla? E come convincere i Consiglieri a votare qualcosa che nessuno, tra quelli a cui interessa che la Casa di riposo funzioni, vuole? Non lo sappiamo. La seconda domanda è frutto di questo ragionamento: può esserci un rapporto di “sottomissione psicologica” di alcuni consiglieri ai dettati della maggioranza politica attuale nel Comune di Larino? Nessuna richiesta diretta, però se il Sindaco per ipotesi fa capire che sarebbe bello avere il controllo della Presidenza della Casa di riposo di Larino, è garantita l’indipendenza di scelta? Le dimissioni del Consigliere Gioia evidenziano un interiore travaglio. Ad esempio, Giuliano Maglieri, giovane e capace ingegnere locale, con la sua ditta Sharevision srls ha appena ricevuto dal Comune l’incarico di realizzazione del video-mapping del Museo del Carnevale per la somma di 9.000 euro (si, novemila); ad esempio, Gaetano Ricci ha ricevuto l’incarico di Direttore dell’esecuzione del contratto per la raccolta differenziata, con remunerazione di 2.000 euro mensili (si, duemila). Con un simile rapporto anche economico, è realmente garantita l’indipendenza nelle scelte? E se i Consiglieri, ne siamo certi, non hanno vantaggi da trarre dalla presenza nel Consiglio di Amministrazione, perché si è scelto di cambiare l’assetto senza motivo apparente? La verità è che ce lo siamo chiesto anche noi, e le risposte che ci siamo dati non possiamo scriverle perché correremmo il rischio di essere denunciati……Ma siamo sicuri che si tratta delle stesse risposte che si daranno tutti quelli che leggeranno questo scritto. Una sola cosa ci farebbe piacere conoscere, ma la risposta la potranno dare soltanto gli interessati, tutti i Consiglieri Comunali. Sapevate ciò che stava accadendo ed eravate d’accordo, oppure come sempre c’è qualcuno che sceglie per voi nel vostro complice silenzio / assenso? Ricordate che siete stati votati ed eletti per rappresentare chi vi ha dato fiducia, e non per mettere la sordina alle strane storie che nascono in Comune.