Larino, i Sindaci del cratere sismico hanno perso la pazienza: “subito il commissario alla ricostruzione”

Michele Mignogna

I sindaci del cratere sismico hanno perso la pazienza, chiedono al Governo il commissario per avviare la ricostruzione pesante. All’incontro che si è tenuto alla sala Freda di palazzo Ducale erano presenti tutti i sindaci dei comuni colpiti dal sisma del 2018 e di certo non le mandano a dire alla politica romana e campobassana. “Chiediamo un commissario per la ricostruzione pesante – dice il sindaco di Larino Puchetti – abbiamo scritto a tutti anche a Mattarella, ma, a oggi nessuna risposta, e la cosa che fa specie è che la figura del commissario alla ricostruzione è stata prevista nel decreto per la ricostruzione del Governo nazionale che di concerto con il Presidente della regione Toma, dovevano appunto, individuare questa figura”. Non solo, il decreto stabilisce che i fondi devono essere spesi entro il 31 dicembre 2021, ma se non c’è il commissario, spiegano i sindaci, non possiamo partire. Ma non è tutto, i sindaci spiegano anche che non c’è bisogno di sborsare centinaia di migliaia di euro per la figura commissariale (il decreto prevede in bilancio 600 mila ero per il commissario n.d.r.), “basta nominare una figura che non abbia già altri incarichi” dice Puchetti, e per quanto riguarda il personale da impiegare “si può tranquillamente impiegare i dipendenti della Protezione Civile, risparmiando ulteriori risorse, se pensiamo che cinque dipendenti saranno interni della regione Molise”. Intanto però, si continua a pagare l’autonoma sistemazione a nuclei famigliari che sono fuori dalle proprie abitazioni, e con questi ritardi si continuerà a tirare fuori tutti questi soldi, solo per fare due esempi, il comune di Larino paga 21 mila euro al mese per le autonome sistemazioni, mentre Montecilfone, il comune più colpito, ne sborsa 34 al mese, che sommati a quelli di altri comuni fanno una bella somma, ecco, dicono i sindaci, “se avessimo già il commissario avremo iniziato la ricostruzione, accorciando i tempi per le famiglie, ma purtroppo le beghe politiche tra Governo e regione, non ci aiutano”.

I sindaci però sottolineano pure che per loro non è importante il nome, purché si faccia.

Insomma i primi cittadini del cratere sismico sono sul piede di guerra, e hanno ragione a ben vedere, anche perché sono loro che fronteggiano ogni giorno i cittadini arrabbiati perché la propria abitazione non è ancora ricostruita. Infine, i sindaci minacciano un ricorso al TAR per far si che il decreto ministeriale sulla ricostruzione sia applicato partendo dalla nomina del Commissario alla ricostruzione.

Non sappiamo Toma come prenderà questa uscita dei sindaci, molti dei quali molto vicini alla sua maggioranza, sappiamo però che gli stessi sono (sembrano) determinati a seguire la loro strada.