Larino, calati giunco che passa la piena

LARINO –

Una frase bruttissima, perché utilizzata dalla mafia per spiegare che non bisognava opporsi alla Giustizia, bastava stare tranquilli per un po’ e poi tutto sarebbe tornato come prima… della piena. Una frase che però in alcune zone d’Italia è divenuta il simbolo di una politica triviale, di infimo livello, grazie alla quale tutto è permesso, tutti possono tutto ed è quasi obbligatorio dimenticare l’evidenza per non essere “esclusi dal giro”. A Larino non si è stati da meno, impegnatissimi a miscelare cattive abitudini con pessimi comportamenti,  ipotetiche candidature regionali con ricerche spasmodiche di consensi e voti. Lo scotto da pagare è stato l’abbandono del paese, a scapito di imprese locali, di professionisti sacrificati o premiati sull’altare del “debito elettorale”, amici degli amici spinti avanti a suon di contratti e determine di favore. Abbiamo visto fotografie di camion del Comune sversare rifiuti nel Vallone, cassoni scarrabili pieni di rifiuti smaltiti in modo ambiguo, atti e pubblicazioni apparire e sparire e tornare a comparire  modificati a piacimento, assunzioni fantasma e strane manovre sui dipendenti ad incarico, affidi a Ditte sconosciute e irrintracciabili, richieste false di pronto ripristino per il sisma, concessioni ambigue e di favore per  l’annessa autonoma sistemazione, lavori pagati e mai eseguiti….. Abbiamo osservato il Consiglio Comunale ammutolire di fronte alle contestazioni, ascoltato commenti su presunti accordi con personaggi di ogni risma nei lavori in cantiere, abbiamo letto di lavori pubblici iniziati senza documentazione regolare, scoperto che si sono persi soldi, che scuole antisismiche diventeranno sede di Uffici Giudiziari e scuole non antisismiche saranno rimaneggiate con cifre inferiori alle richieste soltanto perché bisognava accontentare qualcuno, che la politica larinese si è prostituita a quella campobassana per la questione ospedale, che i debiti politici elettorali hanno costretto i nostri politici a chiudere occhi, orecchie e bocca per evitare guai con i padrini del capoluogo regionale.  Mentre in Paese tutto è delegato agli amici degli amici, pur di farsi belli con i cittadini su Facebook e mantenere quel minimo di consenso necessario ad assegnare gli ultimi posti di lavoro predestinati. Una vergogna, sociale, popolare, di costume e di gestione pubblica.  E la vergogna è sotto gli occhi di tutti, proprio su quei social che hanno determinato, con illusioni e velate promesse, il successo elettorale di qualcuno. In un post una persona scrive di comunicare con piacere che oggi il Comune di Larino gli ha affidato un determinato servizio. Premesso che i servizi indicati solitamente vanno affidati con gare, forse l’entusiasmo gli avrà fatto dimenticare per un attimo che forse sì gara c’è stata, ma in realtà l’affido era nell’aria….Ma subito dopo arriva un commento, dove una persona aggiunge: “Grande …., ormai Larino la comandi tu”. Una pensiero carino, probabilmente,  ma anche una seconda affermazione particolare. Invece noi siamo convinti ormai che a Larino comandi soltanto chi ha a cuore se stesso e non le sorti del paese, pronto a barattare il proprio futuro politico con lo sbando del paese.  Senza rispetto per nessun cittadino, schiavo dei voti che serviranno per andare avanti, abbandonando la città in mano ad affaristi, tecnici del malaffare, imbroglioni e quanto altro di brutto possa esistere in materia. Nel silenzio TOTALE dei Consiglieri Comunale che, seppur non coinvolti, restano muti conniventi. 

Calati giunco, che passa la piena…..