Scritti Vaganti, vola Willy vola…

Michele Mignogna

Smarrimento, rabbia, senso di vuoto. Questo quello che si prova nell’apprendere certe notizie. Willy poteva essere uno dei nostri figli, o di qualche nostro amico, un figlio di questa società fatta di vuoto, dove la tua vita vale meno di niente, sei un moscerino che si spiaccica sul parabrezza dell’auto e nemmeno ci fai caso. Qui però non parliamo di un moscerino, era un ragazzo di vent’anni, e non parliamo di un parabrezza, erano quattro balordi che lo hanno massacrato, ammazzato di botte, come nulla fosse. Cos’è se non il risultato di una società vuota di valori, di comprensione, senza discernimento tra la vita e la morte, tra un calcio e un pugno, e un ragazzo a terra che implora di smetterla, perché sa, sente che la sua vita sta scemando, sta finendo in un modo orribile, soprattutto sta finendo per aiutare un amico. Frutto di una società in cui apparire è più importante che essere, essere “fighi” vale più che essere intelligente, una società basata sui “like” sui social, in cui si mette in mostra, mentendo, una vita che non è tua. Quattro balordi che per lo sport (sic!) che praticano sono essi stessi delle armi vaganti, se pratichi quello sport sai che puoi ammazzare, e non è preterintenzionale, ma è volontario, e per questo dovrete pagare il conto prima ancora che con la giustizia con la vostra coscienza, esseri inutili che respirano la nostra stessa aria. Non so di chi è la colpa, del perché questa società disprezzi cosi tanto la vita altrui, e non so nemmeno perché si continua con un razzismo becero e ignorante, “in fondo – ha detto un parente dei quattro balordi – hanno ucciso solo un extracomunitario”. Solo un extracomunitario, come se la vita delle persone non sia uguale per tutti, come se, siccome sei “nero”, posso massacrarti e ucciderti, perché vali meno di me. Intanto Willy stava studiando come cuoco e giocava a calcio, loro quattro fanno gli esattori per conto degli spacciatori, ecco la differenza, che non è data dal colore della pelle, ma da quello che sei e che fai. Ma questo è un atteggiamento diffuso, comanda chi rolla la canna per tutti, chi prepara le “strisce” per tutti, chi gira con auto da migliaia di euro cosi come gli orologi che indossano, comanda chi può permettersi cinque mila euro di tatuaggi, ecco chi comanda. Chi invece legge, studia, si occupa degli altri è uno sfigato, uno che non ha le “palle”, un rovesciamento della società che a lungo andare provocherà problemi sociali a non finire. Non può che andare cosi quando sostituiamo i pugni alla parola. Vola Willy vola…