MIMI
Senza scomodare Bukowski con le sue storie di ordinaria follia, ma quella che i pendolari che utilizzano il treno da Larino a Campobasso, è davvero una storia di ordinaria follia quotidiana, ma andiamo con ordine. Tutti hanno esultato, ballato sui tavoli, stappato bottiglie per la riapertura della tratta ferroviaria Termoli-Campobasso. Tutti, a tutti i livelli, politici e amministrativi, hanno salutato questa apertura come il ritorno al futuro, anzi al presente, del basso Molise, servito prima della riapertura, dal solo servizio sostitutivo con gli autobus, e forse era meglio. La storia che alcuni pendolari ci raccontano ha dell’incredibile. L’orario del treno da Larino a Campobasso è fissato alle 6 e 34 del mattino, ma non arriva prima delle 7 e 05, il motivo? Il passaggio a livello che si trova prima del cimitero di Larino, nove volte su dieci non funzione, o meglio, per un guasto non ancora riparato rimane aperto di conseguenza il treno deve fermarsi per evitare incidenti di varia natura. Solo il fortuito e casuale intervento di un vigile urbano che volontariamente si presta per regolare il traffico, permette al treno di ripartire (e ci chiediamo se è tenuto a farlo), tutto a posto direte voi, e no, perchè da Larino a Campobasso tra frane, rallentamenti e altri passaggi a livello che non si chiudono il treno accumula la bellezza di oltre mezz’ora di ritardo, arrivando a Campobasso alle 8 e 20 minuti, il che significa che chi va a lavorare e chi va a scuola o all’università accumula quasi un’ora di ritardo, considerando anche gli spostamenti dalla stazione del capoluogo verso le relative sedi di arrivo. Ora ci chiediamo quale mente ha potuto partorire una riapertura con tutti i disagi che sin dall’inizio sono stati segnalati dai pendolari? Perchè, come al solito, si butta fumo negli occhi dei cittadini prendendoli per il naso (la traduzione fatela voi) dando solo e soltanto disservizi? Il servizio sostitutivo partiva alle 6 e 20 minuti, arrivando a Campobasso alle 7 e 35, un tempo decente per raggiungere le varie sedi, invece no! Non solo, oltre al danno c’è anche la beffa, perchè spesso e volentieri i pendolari sono costretti a utilizzare il proprio mezzo, aggiungendo al costo dell’abbonamento anche quello del carburante, e affrontando, anche in questo caso, disagi enormi tra viabilità ottocentesca e i quattro semafori sulla Bifernina, mentre se scegli di utilizzare la vecchia statale 87 rischi di trovare i passaggi a livello chiusi perchè rotti. Insomma, questo benedetto Molise che vogliamo vendere a tutti i costi come regione da visitare, da vivere e via dicendo, si scontra con il Molise reale, quello dei disservizi, del menefreghismo delle Istituzioni, locali e regionali, di una viabilità al cui confronto i tratturi erano mega autostrade, veramente questo ci meritiamo?