Impianti sportivi, un sogno infranto interviene anche la Corte dei conti

Larino è un paese che ha sempre rivestito un ruolo primario nel circondario basso molisano e, senza andare tanto lontano come ai tempi dei Romani, ci sono un sacco di testimonianze architettoniche che ancora resistono o di cui comunque qualcuno più avanti con gli anni ha memoria. Pensiamo alla zona del Centro Storico, la meravigliosa Cattedrale, le varie, Chiese, Palazzo Ducale,  il vecchio Convento dei Francescani con la duplice veste di vecchia Caserma dei Carabinieri, il vecchio Carcere, e poi via via Palazzi di storiche famiglie, piazze, larghi, vicoli e fontanini, una sorta di caleidoscopio di persone, fatti e aneddoti che man mano spariscono, si rinnovano e costituiscono la memoria di un Popolo. Poi il Piano della Fiera (italianizzando il nome), con Stazione, Consorzi, Pastifici e Mulini a celebrare una importanza mai sopita. Oggi la questione è un po’ diversa, perché di quell’importanza abbiamo la memoria, ma stiamo perdendo il presente. Il Popolo di Larino ed i Politici dell’epoca riuscivano forse a cogliere meglio l’idea di grandezza di una città, e forse per questo ne rimangono tracce evidenti. Certo, non possiamo più parlare di grandi opere, per i più svariati motivi. Abbiamo delle “ricostruzioni” dovute ai vari terremoti, tipo scuola Novelli, nel pubblico, e in altri Palazzi privati messi in sicurezza, imbellettati e desolatamente vuoti, disabitati. C’è il nuovo padiglione della Fiera di Larino , ridotto a deposito di rifiuti all’esterno e a garage di carri allegorici all’interno (bellissimi, ma degni di ben altra considerazione), e poi c’è qualche marciapiedi, qualche aiuola, una scuola della Provincia in costruzione, mentre non appaiono all’orizzonte opere pubbliche che possano sottolineare i fasti dell’immediato passato. Un’opera che avrebbe potuto “svegliare” dal torpore la osserviamo a Monte Arcano, tra la nuova Fiera ed il nuovo Carcere. Quell’ammasso di erbacce, con delle rovine miste tra cemento armato e mattoni, e ciò che resta di un sogno neanche tanto lontano. Un centro sportivo di buon livello da far decollare a Larino, con pista di atletica, piscina, campo sportivo, spogliatoi, tribuna ed in più parcheggi e spazi verdi. Un sogno, ma neanche tanto. Perché poco meno di 25 anni fa le ruspe cominciarono a pulire e spianare la zona, apparve un recinto e tantissimi operai si misero al lavoro. Vicende alterne hanno poi portato a far miseramente fallire il progetto, ma è un discorso che non intendiamo affrontare perché c’è già la Giustizia al lavoro ed il giudizio politico sulle responsabilità lo darà il tempo. Quello che ci importa sottolineare è che oggi, 27 gennaio 2021, tutto è fermo, come è fermo da anni. Più di un anno fa l’Assessore Bonomolo, in una delle rare volte in cui un Assessore  è stato autorizzato a parlare  in Consiglio Comunale da un Sindaco sempre interventista su tutti gli argomenti, ha letto una letterina preconfezionata (ecco forse perché autorizzato…) dove riassumeva la storia degli impianti sportivi e assicurava la partenza dei lavori  nel giro di qualche mese. Assessore sfortunato anche con il calendario, perché eravamo a cavallo del 2019 ed oggi siamo al 2021, il che dà l’idea che siano trascorsi tre anni senza inizio lavori. No, riconosciamo il giusto, l’Assessore è in ritardo soltanto di 18 mesi. Qualcuna dirà, ma c’è stato il Covid a rallentare tutto, ma non è il caso di dirlo perché purtroppo il Covid è una malattia che non si ferma alla geografia, e visto che i lavori di sistemazione della scuola Rosano sono stati addirittura appaltati ed eseguiti durante la pandemia il conto non torna. Dicevamo 18 mesi di ritardo ad oggi sull’inizio lavori del nuovo campo sportivo, e senza neanche l’ombra di un cantiere in essere. Però le carte vanno avanti, ed il 31 dicembre 2020 la Corte dei Conti sez. Regionale di Controllo per il Molise deposita il dispositivo di una deliberazione in merito all’esame di rendiconto del 2018 e 2019 del Comune di Larino, e tra le altre annotazioni scrive così:”…ACCERTA…– errata conservazione, tra i residui attivi, dell’importo di euro 334.664,07 risalente al 1988, per il quale non risulta accertata la sussistenza dei requisiti di certezza, liquidità ed esigibilità a necessario fondamento dell’iscrizione o (comunque) conservazione del credito;….” In pratica, definisce non più sicuramente disponibili una parte dei fondi residui che il Comune intende dedicare per terminare i lavori agli impianti sportivi. Quindi, già non si poteva più realizzare la piscina, poi la pista di atletica, e poi ancora era in forse la tribuna, ed ora una nuova tegola. Niente di grave, la questione si risolverà, ma il Comune che per incasso di tre annualità di ruoli acqua e la vendita dei terreni della zona Pip ha una grande disponibilità di fondi, avrebbe potuto integrare con scostamenti di bilanci ed altre possibilità anticipando la somma da riscuotere in seguito (forse). Però non si è mossa foglia, niente. Può essere che un’Amministrazione sempre pronta alla vetrina, anche quando un netturbino spazza una strada con reportage fotografici e commenti idilliaci, non sfrutta l’occasione? Qualcosa sembra fuori posto. Intanto torniamo indietro, in un Consiglio Comunale infuocato, quando il Consigliere Di Maria chiese di votare un atto, con il quale si impegnava il Consiglio a ratificare una scelta: ogni economia derivata dai lavori degli impianti sportivi doveva essere reimpiegata nella struttura degli impianti stessi, senza destinare un euro a nuovi tecnici o progettisti. Il Sindaco, piccato, rispose che ciò non era possibile, e la votazione – sia pure a denti stretti di alcuni Consiglieri di maggioranza – fu favorevole a questa soluzione: eventuali risparmi potranno essere utilizzati per pagare tecnici e progettisti. Aggiungiamo noi, come se non avessero già ricevuto abbastanza soldi….. All’epoca era ancora in forza al Comune un capace Ingegnere, per giunta stabilizzato ed in pianta organica, che sarebbe costato zero al Comune e che aveva una perfetta conoscenza della materia avendo curato la gara di appalto ultima.  Tutto azzerato, tutto fermo. Ed ogni giorno che passa quel fallimento diventa sempre più una livella con i Politici seri ed onesti rispetto agli attuali, incapaci di separare l’interesse pubblico dalla pertinenza privata. Pensate un po’, si è arrivati ad impegnare una cifra consistente per realizzare una recinzione di sicurezza del cantiere, affidando il lavoro ad un Ditta vicina a quella che si è aggiudicata la gara e che la recinzione avrebbe dovuto realizzarla comunque… A noi sembra che ci siano altri problemi per la realizzazione del nuovo impianto sportivo, sembra che ci sia qualcuno o qualche manina, in attesa di sistemare le cose secondo un certo ordine, quello stesso ordine che da tempo è ispirato dal “cerchio magico” che impera nel Palazzo Ducale. Intanto, Assessore Bonomolo, i lavori degli impianti sportivi – caso mai non se ne fosse accorto – non decollano, i tecnici sono sempre gli stessi, Lei ci metterà la faccia e qualche altro si muoverà al posto suo. Lei è una brava persona, una persona onesta. Non si presti a queste situazioni, come già sta accadendo col silenzio complice di tanti Consiglieri, perché il passo da essere la persona che alla fine ha risolto bene ogni inghippo a quello di essere ricordato come uno dei tanti profittatori – ribadiamo, sarebbe a torto per Lei che è una persona onesta – è molto breve….