Possiamo ancora fidarci della Magistratura?

MIMI

Il libro intervista realizzato da Alessandro Sallusti e Luca Palamara sta suscitando non poche polemiche e tante perplessità. Come sappiamo Luca Palamara, ex magistrato, è stato il più giovane presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati dal maggio 2008 al marzo del 2012, e sempre come record, il primo ad esserne espulso il 19 settembre 2020.

In questo libro “il sistema”, Palamara risponde alle domande del giornalista Alessandro Sallusti, il quale non è proprio amico di certa magistratura, anche se a onor del vero, il libro è molto equilibrato sia nelle domande che nelle risposte.

Dunque la storia di Palamara parte da lontano, da quando cioè ha capito che oggi contano moto più i rapporti interpersonali che la “somministrazione” della Giustizia.

La Procura della Procura di Perugia, competente sui magistrati, il 25 agosto 2020

ha chiesto il rinvio a giudizio di Luca Palamara per concorso in corruzione insieme ad Adele Attisani, all’imprenditore Fabrizio Centofanti e all’agente di viaggio Giancarlo

Manfredonia, il quale avrebbe fornito alla Guardia di Finanza false documentazioni su quattro viaggi fatti da Palamara e dalla Attisani a Londra, Dubai, Ibiza e Madrid. Viaggi pagati da Centofanti con intenti corruttivi secondo l’accusa, regolari per Palamara.

Il punto però non è tanto, o solo, quello della veridicità delle accuse, a questo penseranno i giudici chiaramente, il punto è fino a che punto, una Istituzione, come quella dei giudici, e quindi chi è preposto a far rispettare leggi e regole è inquinato.

Palamara racconta fatti ed episodi che fanno tremare i polsi, e attenzione però, questo libro è solo la punta dell’iceberg non tutto quello che in questi anni è successo.

Dice candidamente come avvengono le nomine dei Procuratori e dei sostituti, le nomine dei giudici di tutti i gradi di giudizio, della cassazione e tutti i rami della giustizia in Italia. Un racconto rivoltante che alla fine ti lascia una domanda, anzi la domanda, ma davvero la giustizia in questo Paese viene gestita in questo modo? Davvero è un ambiente pieno di ricatti, doppio o triplo gioco, di vendette trasversali e di omicidi, figurati per fortuna, tra le cariche che dovrebbero amministrare la giustizia in nome del Popolo Italiano, come recita la carta costituzionale? Ecco, per capire e per non farvelo solo raccontare, leggete il libro, qualunque sia il vostro punto di vista sulla giustizia in Italia e capirete, come la commistione tra politica e giustizia, determinano la vita pubblica. Infatti, sempre Palamara a un certo punto dice: “Sia chiaro, non rinnego ciò che ho fatto, se sono durato così a lungo è proprio per le posizioni che ho assunto, senza le quali non sarei stato dove sono stato neppure un giorno in più. Mi hanno accusato di essere uno schierato a sinistra. Non è così. Io non ero il protettore di questo o di quello, di una parte politica o dell’altra. Io ero il protettore del sistema correntizio che a maggioranza era ed è su posizioni politiche e ideologiche di sinistra, in conflitto con la destra di Silvio Berlusconi. Il mio compito non era di cambiare quella posizione, ma semplicemente di difendere il sistema. L’ho fatto per convenienza? Perché ci credevo? Per calcolo? L’ho fatto e l’ho fatto con successo. Punto.”

Ecco, su queste parole, probabilmente bisogna aprire un dibattito che metta al centro la giustiza amministrata nel nome del popolo Italiano, e non solo per le correnti da proteggere.