Il 25 settembre si vota con una novità e cioè che i 18enni, per la prima volta, sono chiamati a votare per il rinnovo dei componenti del senato della Repubblica.
Altra piccola novità è che il numero dei seggi, sia alla Camera che al Senato, è diminuito. La camera dei deputati sarà composta da 400 deputati (in precedenza 600) e il senato della repubblica sarà composto da 200 senatori elettivi (in precedenza 315) oltre i senatori a vita.
La legge n.165/2017 delinea un sistema elettorale “misto”, con una componente maggioritaria uninominale ed una proporzionale plurinominale.
In particolare, l’assegnazione di 147 seggi alla Camera (comprensivi di 1 collegio in Valle d’Aosta e 4 collegi in Trentino-Alto Adige) e di 74 seggi al Senato (comprensivi di 1 collegio in Valle d’Aosta e 6 collegi in Trentino-Alto Adige) è effettuata in collegi uninominali, in cui è proclamato eletto il candidato più votato.
L’assegnazione dei restanti seggi delle circoscrizioni del territorio nazionale, 245 per la Camera e 122 per il Senato, avviene in collegi plurinominali, con metodo proporzionale tra le liste e le coalizioni di liste che abbiano superato le soglie di sbarramento predeterminate dalla legge. Il tutto al netto dei deputati e senatori eletti nelle circoscrizioni estero.
Una delle maggiori criticità della Legge è quella determinata dalla scelta dei candidati che è effettuata dai “segretari di partito”, anche se i candidati stessi non hanno una conoscenza approfondita delle istituzioni, delle Leggi italiane, dei temi di attualità, economia ecc. ecc..
Ma veniamo a quanto ci riguarda più da vicino ovvero alle candidature Molisane, anche per queste ultime i partiti, nei loro vertici nazionali, hanno deciso per chi, pur non essendo molisano, deve rappresentare una delle più piccole Regioni d’Italia.
Una domanda a questo punto deve essere posta ovvero, ma gli eletti non Molisani veramente rappresenteranno il Molise?
Ai posteri la verifica.
Per quanto riguarda il risultato delle elezioni in Molise possiamo solo dire che sarà molto diverso da quello del 2018, che vide il Movimento 5S fare l’en plein, infatti ora il vento sussurra Giorgia Meloni.